Non si può stabilire
quanto quella sventura pesasse sulla vita sociale dei Button e del loro
parentado, giacché lo scoppio della Guerra civile calamitò l’attenzione
generale altrove. Alcune persone dai mondi immancabilmente cortesi, si
scervellarono in cerca di un complimento con cui gratificare i genitori.
Titolo: Il curioso caso di Benjamin Button
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Editore: Leone Editore
Collana: Gemme
Pagine: 112
Prezzo: 6€
Nel 1860, a Baltimora, Benjamin nasce con le
sembianze di un anziano. Ma la cosa ancor più curiosa è che con il passare
del tempo Benjamin ringiovanisce, vivendo una vita in senso esattamente
opposto a quella dei comuni mortali. Da questo racconto divertente e esemplare
sull'incapacità degli uomini di comprendere e accettare qualcosa di diverso e a
prima vista inspiegabile, è stato tratto l’omonimo film con Brad Pitt e Cate
Blanchett,diretto da David Fincher.
Come sarebbe la nostra vita se, invece di
invecchiare, ringiovanissimo? Impossibile non farsi questa domanda durante la
lettura de Il curioso caso di Benjamin
Button. Il protagonista, Benjamin, nasce a Baltimora nel 1860, in una
mattina di settembre. Tutto normale fin qui, se non fosse che la sua nascita
sconvolge i suoi genitori: Benjamin non è un neonato, ma un anziano.
Sulla
fronte del signor Button si moltiplicarono le gocce di sudore. Chiuse gli occhi
e poi, quando li riaprì, guardò di nuovo. Non si stava sbagliando… stava
davvero guardando un uomo di settant’anni… un neonato di settant’anni, un
neonato i cui piedi penzolavano ai lati della culla dove giaceva.
Lo shock iniziale è inevitabile: i Roger Button
sono una famiglia con una buona posizione sociale e faticano ad accettare
questa situazione, certi che li avrebbe rovinati. Con il passare degli anni, Benjamin Button nota che le rughe
iniziano a sparire e sembra più giovane: infatti con l'avanzare degli anni ringiovanisce.
Se inizialmente il primo pensiero può essere “Che
bello!”, pian piano si inizia a prendere consapevolezza di quanto questa cosa
sia penosa. Mentre Benjamin diventa sempre più giovane, acquistando più fascino
e bellezza, i suoi genitori, sua moglie e suo figlio crescono e invecchiano.
E si arriva a un punto in cui il figlio gli fa da padre, perché Benjamin al termine
della storia diventa un neonato.
«Santo
Cielo!» disse ad alta voce. Il processo stava continuando. Non c’erano dubbi:
ora aveva l’aspetto di un uomo di trent’anni. Invece di rallegrarlo, quel
pensiero lo angustiava. Stava ringiovanendo. Fino a quel momento aveva sperato
che una volta che il suo corpo avesse raggiunto l’età corrispondente a quegli
anni, quel grottesco fenomeno che aveva segnato la sua nascita si sarebbe
arrestato. Rabbrividì. Il suo destino gli sembrava orrendo, incredibile.
Benjamin vive una vita pervasa di anormalità:
tutto ciò che ha vissuto e i suoi ricordi finiranno con essere dimenticati.
La
pecca di questo testo è la sua brevità. Forse è anche fin troppo breve: Fitzgerald
avrebbe potuto dedicare più spazio all’introspezione psicologica del
protagonista, al suo rapporto con i genitori e con la moglie.
Ecco, non prendetelo come un racconto introspettivo, ma come una cronaca quasi comica della bizzarra esistenza di Benjamin Button. Se vi avvicinate al libro con quest’idea, non rimarrete delusi.
Nonostante tutto, il racconto porta a riflettere. Quanto può essere difficile vivere così? Benjamin non sarà mai accettato dalla società, è quasi un emarginato. Riesce a riscattarsi solo quando la sua età e il suo aspetto fisico combaciano. Per il resto, deve convivere sempre con un padre prima e un figlio poi che quasi si vergognano di lui.
Un racconto ambientato nel 1860, ma che si riflette benissimo anche nel nostro secolo: talvolta la gente è così bigotta da non riuscire ad approvare chi è diverso. Più facile guardare con occhio critico e distaccato, piuttosto che capire e avvicinarsi a questa persona.
Ecco, non prendetelo come un racconto introspettivo, ma come una cronaca quasi comica della bizzarra esistenza di Benjamin Button. Se vi avvicinate al libro con quest’idea, non rimarrete delusi.
Nonostante tutto, il racconto porta a riflettere. Quanto può essere difficile vivere così? Benjamin non sarà mai accettato dalla società, è quasi un emarginato. Riesce a riscattarsi solo quando la sua età e il suo aspetto fisico combaciano. Per il resto, deve convivere sempre con un padre prima e un figlio poi che quasi si vergognano di lui.
Un racconto ambientato nel 1860, ma che si riflette benissimo anche nel nostro secolo: talvolta la gente è così bigotta da non riuscire ad approvare chi è diverso. Più facile guardare con occhio critico e distaccato, piuttosto che capire e avvicinarsi a questa persona.
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