Quello che era accaduto le piombò addosso, in immagini e sensazioni scomposte.
Il bacio di velluto, l’uomo che si accasciava a terra, la macchia di sangue sul
mantello. E poi il gelo della paura, le sagome minacciose, quegli occhi feroci
in una faccia nera di fuliggine. Il cavallo che scalpitava, la spada ricurva,
la sua mano intorno all’elsa, la voragine buia. Cosa era accaduto? Avevano
ucciso il saraceno?
Titolo: Il sigillo degli Acquaviva
Titolo: Il sigillo degli Acquaviva
Autore: Ornella Albanese
Collana: Sàtura
Pagine: 474
Pagine: 474
Prezzo: 13,90€
Anno 1165, cattedrale di
Otranto. Durante la cerimonia per il completamento del magnifico mosaico di
Pantaleone da Casole, secondo la tradizione spetta all’operaio più giovane
inserire l’ultima tessera, ma quel mosaicista è in realtà una donna: Sara dei Sassi,
nascosta sotto abiti maschili per poter lavorare a quell’opera prodigiosa. Un
saraceno dal passato oscuro, Yusuf Hanifa, uomo di scienza e temibile
guerriero, aspetta che lei ponga l’ultima tessera e, finalmente, torni a essere
donna per lui. Il destino, però, è in agguato e separa le loro strade. Yusuf
viene caricato su una nave diretta a San Giovanni d’Acri, affinché torni nella
sua terra, dove il padre è depositario di un incredibile segreto. Sara, invece,
fa ritorno alla rocca della sua famiglia, in una valle ricca di feudi e
dominata dal Gran Sasso. Qui, nel castello degli Acquaviva, ambizione e
spregiudicatezza tessono trame ingannevoli e la verità è sempre difficile da
rintracciare sotto le apparenze, ma l’arrivo di Yusuf Hanifa romperà tutti gli
equilibri faticosamente raggiunti. Grazie al suo valore e alla sua acutezza, il
moro giunto dal mare svelerà ogni cospirazione, ricomponendo un oscuro mosaico
che mostrerà l’intera trama.
Il
sigillo degli Acquaviva è un romanzo che ti colpisce sin
da subito. La cover accattivante e la quarta di copertina sono una buona
premessa a ciò che ci si deve aspettare da questo libro. E, credetemi, durante
la lettura non rimarrete delusi dalle alte aspettative.
Siamo nel 1165 a Otranto, durante la costruzione del
mosaico della cattedrale della città. Qui si conoscono i due protagonisti, Yusuf
Hanifa e Sara dei Sassi che sembrano completarsi a vicenda. Ma la passione che
divampa tra i due e l’amore che li lega non può essere vissuto a pieno subito.
Misteri, intrighi e segreti si intersecano tra di loro in una storia dal ritmo
serrato che cattura l’attenzione del lettore con un effetto quasi ipnotico.
Le loro strade prendono direzioni diverse e non
sanno che ciò che li attende può portarli a far vacillare le certezze che
avevano.
La
tunica e le brache nascondevano le sue forme anche a occhi attenti come quelli di
usuf Hanifa. Il saraceno respirò piano. Era quella l’emozione. Indovinare il
suo corpo di donna sotto quegli abiti da uomo. Allungò una mano e le carezzò il
viso. Pelle compatta e tenera. Le sue ciglia fremettero ma gli occhi dorati non
si abbassarono. Lui conosceva il suo coraggio, la sua sicurezza e le sue
fragilità. Restava da conoscere il suo corpo.
Poco prima dell’uscita del libro sulla mia pagina
facebook ho lanciato l’iniziativa “Aspettando il sigillo degli Acquaviva”, in
collaborazione con Leone Editore, pubblicando ogni giorno un estratto o una
curiosità sul romanzo. In uno di questi appuntamenti, l’autrice ha detto: “Quando
scrivo, amo creare storie a mosaico, con tanti tasselli che a volte sembrano
non avere ragione di esistere, ma che alla fine trovano il loro posto
rivelandosi essenziali. Quindi molti fili aggrovigliati, tanti personaggi e
spesso un mistero da risolvere”. Queste parole riassumono perfettamente l’essenza
de Il sigillo degli Acquaviva. Una
storia composta da tanti piccoli pezzi di un puzzle che si vanno ad incastrare
tra loro pian piano, che sembrano quasi stonare tra di loro ma che in realtà si legano perfettamente.
Ornella Albanese ha doti descrittive fantastiche: con la sua abilità, è come se riuscisse a farti vivere dentro il romanzo, come se i luoghi prendessero forma davanti a te per quanto sembrano reali.
Così
i disegni del mosaico emergevano morbidi dalla penombra e solo la linea
centrale rifulgeva colpita dal sole. Il lungo tronco dell’albero della vita
aveva acquistato un rilievo luminoso. I mostri e i demoni che si contorcevano
intorno ai rami e che si aggrappavano con grinfie acuminate alla corteccia, gli
uomini nudi squassati da urla silenziose e i peccatori minacciati dalle loro
stesse colpe sembravano animarsi sotto quella luce vivificatrice.
Sono molti i personaggi che popolano questo
romanzo, ma nessuno si perde nel corso della narrazione perché l’autrice riesce
a delineare in modo accurato ogni singola persona di cui facciamo la conoscenza.
Ed è impossibile non entrare in sintonia con i due protagonisti.
Yusuf Hanifa, un saraceno e medico guerriero, con un carattere orgoglioso dietro al quale, però, si nasconde tanta umanità. Ho avuto modo di constatare che è un personaggio che si ritrova, seppur in secondo piano, in altri due romanzi dell’autrice, L’anello di ferro e L’oscuro mosaico (sicuramente rimedierò entrambi).
Yusuf Hanifa, un saraceno e medico guerriero, con un carattere orgoglioso dietro al quale, però, si nasconde tanta umanità. Ho avuto modo di constatare che è un personaggio che si ritrova, seppur in secondo piano, in altri due romanzi dell’autrice, L’anello di ferro e L’oscuro mosaico (sicuramente rimedierò entrambi).
Sara dei Sassi, donna coraggiosa e caparbia. Pur essendo donna, non vuole sottomettersi alle regole che le vengono imposte e alla volontà del sesso maschile. Sotto le vesti di un uomo, sfugge a ciò che le viene imposto e dà il suo contributo per la realizzazione del mosaico. Sara è il personaggio femminile che più amo ritrovare nei romanzi storici: forte, con voglia di indipendenza, ricca di valori.
Tra gli altri, spiccano anche i genitori di Sara, Tiberius e Agnesia, ormai non più legati come prima. Il marito si diverte a soddisfare le sue voglie con una serva, Murra, e lei è costretta a subire quest’umiliazione, incapace di ribellarsi al sistema.
È
molto difficile che una donna dal carattere mite diventi una leonessa, e lei
non poteva farci nulla. Da quando era venuta al mondo, era stata educata a
essere dolce e arrendevole e si era adeguata di buon grado a quegli
insegnamenti. E lo stesso aveva fatto con le sue figlie. Ma la stessa
educazione aveva sortito con loro risultati diversi: la sua primogenita aveva
il carattere del padre, forte e combattivo, Sibilia invece era come lei,
morbida creta che si lasciava plasmare senza fatica.
Altri personaggi che colpiscono sono Rainaldo il
Folle, che si dice possa leggere nella mente degli uomini, Oberto degli
Acquaviva, i fratelli di Sara Sibilia e Costantino.
Non troviamo solo personaggi di fantasia, ma anche alcuni storici come Salah al-Din-al-Ayyuv, il vescovo Gionata e Nicola di Otranto.
Non troviamo solo personaggi di fantasia, ma anche alcuni storici come Salah al-Din-al-Ayyuv, il vescovo Gionata e Nicola di Otranto.
La trama ha un’accurata ricerca storica alla base che si intreccia con la fantasia dell’autrice dando vita a un racconto avvincente. Lo studio di
Ornella parte dalla famiglia degli Acquaviva, la cui ascendenza è ancora
oggetto di discussione, come spiega lei stessa in una nota al termine del
libro.
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