Eccoci arrivati alla sesta tappa del
blogtour dedicato al nuovo romanzo di Marco Vozzolo, Il valore delle piccole
cose! Oggi scopriremo dei contenuti speciali riguardo al libro… Pronti a
saperne di più?!
CONTENUTI
SPECIALI A CURA DELL’AUTORE
Durante la fase documentale e la
stesura del testo mi sono imbattuto in una serie di situazioni che via via
hanno contribuito alla realizzazione della storia.
E ho seguito un percorso disseminato
di piccoli oggetti che però avevano un vibrante valore. Un filo continuo che
attraversava gli anni a ritroso nel tempo.
La cosa più toccante sono state le “interviste”,
parlare cioè con le persone che potessero testimoniare sui fatti realmente
accaduti. Si tratta del lavoro lungo anni. Molti di loro mi hanno chiesto uno
sforzo di riservatezza poiché confessi di azioni che, loro malgrado, furono
costretti a fare.
Una donna dagli occhi chiari come il
ghiaccio si vergognava di essere stata costretta a depredare il corpo di un
soldato tedesco degli stivali per riparare i propri piedi da un inverno
particolarmente rigido.
Altre di cose subite di una certa
crudezza. Di esplosioni che dilaniavano i propri cari, tanto per fare un
esempio. Ho raccolto tra le mani le schegge disseminate tutt’oggi per tutta la
zona.
Di fatto, si sentivano responsabili
di “colpe” che non avevano.
Mi veniva raccontato di uomini
costretti a nascondersi per sfuggire ai rastrellamenti dei tedeschi con
l’orgoglio ferito di chi sa di essere coraggioso eppure costretto a piegarsi
alle circostanze più grandi del suo coraggio.
Ho visto nei loro occhi gli incubi
che solo l’afflizione sa generare.
Mi è stato fatto immaginare il sapore
delle carrube e delle radici. Ma non mi è bastato e allora ho assaggiato le
carrube.
Ho saputo di inermi civili oppressi
dai tedeschi che comunque ospitavano oppure aiutavano soldati sbandati con
notevole rischio di ritorsioni.
E dell’oblio che fu l’attraversamento
del “tratturo delle Ravi” da parte di gente spinta dalla disperazione,
costretta a camminare tra i corpi dilaniati dei compaesani.
Questi sono solo degli esempi.
Ma il “dietro le quinte” è anche ricco
di episodi unici e preziosi.
Ecco che mi verrà mostrato e regalato
l’orologio dal vetrino infranto e la terra ancora incastrata sul quadrante,
fermo alle ore 04:57 del 21 gennaio del 1944 durante la feroce offensiva
tedesca verso gli alleati.
Glyn, un fuciliere britannico,
scriverà ai genitori che è vivo e vegeto ma cercherà il conforto della madre
perché ha avuto un periodo durissimo in battaglia. Ho letto e riletto le sue
parole perché conosco la sua sorte…
Da documentazione dell’epoca ho
individuato una foto in cui sono immortalati per sempre due corrieri di ordini
intenti a superare un canale con le loro biciclette. Dal timbro che avevo tra
le mani immaginavo l’ufficiale che apponeva il marchio del Reich sul documento
che quei due avrebbero tentato di consegnare al destinatario.
Una signora mi mostrerà la fede in
metallo che si era fatta fare al posto di quella in oro che era stata costretta
a donare per finanziare lo sforzo bellico. Non voleva si pensasse male di lei e
da allora indossò quella fede come simbolo del suo amore verso l’uomo ancora
lontano a causa della guerra.
Un’altra invece mi farà avvicinare e
si vede, dai suoi occhi, che avrebbe dovuto dirmi qualcosa di impertinente. E
sussurrando mi ha detto un segreto per poi sghignazzare.
Mi doveva mostrare –chissà perché- la
culottes che le aveva portato il marito e che aveva indossato solamente al suo
ritorno. Adesso, nonostante non sia più tra noi, ancora sento la sua risatina
accorta.
Seppi di un bambino si riparava
dentro un fienile assieme ad altri sfollati in una località della “Forcella”.
Era uscito incautamente e quasi finiva ammazzato da una cannonata che era
esplosa a poca distanza da lui. Solamente il mattino seguente ritrovarono un
maiale crivellato dalle schegge di quella bomba.
In una sorta di trincea fatta di
pietre ammucchiate ho trovato delle schegge di una cannonata che,
probabilmente, aveva centrato (o quasi centrato) quella difesa in cui erano
riparati i tedeschi. Tra l’altro, a causa proprio della conformazione del terreno,
non sempre i soldati riuscivano a scavare delle buche in cui ripararsi. E
allora non rimaneva altro da fare che ammucchiare delle pietre dietro cui
trovare riparo. E dentro quelle piccole tane si concentravano le esistenze di
chi vi si trovava in copertura.
Ho ritrovato il ferro di un mulo
utilizzato per il rifornimento di munizioni verso le disseminate postazioni
tedesche sulle zone impervie. E, con il ferro tra le mani, ho immaginato il
mulo che sarà protagonista di una scena del libro. Era un carrista britannico a
curarsi dei muli del X° Corpo e sul suo diario lamenterà della conformazione
del suolo.
E’ saltata fuori la storia di una
moneta dei Savoia nascosta nell’intercapedine di una porta e poi ritrovata
circa sessanta anni dopo.
Una arzilla signora centenaria mi ha
mostrato ciò che rimaneva dell’ogiva estratta dalla sua gamba dopo che un
ufficiale delle SS le aveva sparato. Ciò che mi ha colpito di quella donna era
lo sguardo scintillante e la capacità di vestire con un certo stile.
Ho tenuto tra le mani elmetti che
portavano ancora i fori dei colpi che avevano posto fine all’esistenza di chi
li indossava. Uno, tra questi, ha stimolato la mia fantasia fino alla creazione
di Hans, il soldato buono. Ho letto nomi sulle piastrine arrugginite che mi
hanno lasciato un brutto retrogusto amaro cercando di sfiorare le anime di chi
si chiamava in quel modo. Ho indossato i loro elmi e qualche cappello anche per
sentire cosa provava la loro pelle a contatto con quei tessuti o elementi.
Tutte cose realmente indossate dai
soldati del conflitto in questione, divenute poi oggetto di ritrovamenti di
resti di soldati in ogni parte della penisola in cui si siano svolti dei
combattimenti. In particolar modo nel centro Italia.
Ero con gli Americani in una trincea
a fumare Lucky Strike con un pacchetto dell’epoca nella mano destra.
Ho riposato su una cassa che ha
contenuto fucili per le forze alleate.
Provato ad usare posate da campo e
toccato la svastica sulla divisa di un soldato della 29ª
per vedere che effetto faceva sfiorare con un polpastrello il simbolo più
terribile al mondo.
Indossato l’uniforme di un soldato
americano che ho immaginato essere uno dei primi ad entrare a Castelforte.
Poi ho vestito l’elmetto dei famelici
“Red Bull” che combatterono a Cassino.
C’erano milioni di sorrisi in quello
che ho fissato nella foto del 1943 in cui tre giovani soldati tedeschi partono
per un nuovo fronte. Ho immaginato che poche ore prima si stavano divertendo e
qualche giorno dopo le sorti sarebbero state ben diverse. Ho pensato alle loro
mani che impugnavano matite consumate quasi del tutto per scrivere lettere che
magari sarebbero arrivate a destinazione dopo la loro uccisione.
Mi sono sorpreso a portare fiori su
tombe di sconosciuti che hanno dato la vita nelle stesse feroci battaglie
descritte nel libro.
Ho camminato per ore lungo i sentieri
della Linea Gustav accompagnato dal silenzio della solitudine ma anche dal
frastuono delle battaglie che immaginavo e ricostruivo studiando documenti e
ascoltando le testimonianze.
Vi ricordo che avete ancora un giorno per partecipare al giveaway!
a Rafflecopter giveaway
E domani non perdetevi la recensione su Diario di un sogno.
mamma mia che tappa meravigliosa! adoro queste curiosità, quest'approfondito dietro le quinto!
RispondiEliminasono curioso di leggere il libro
Luigi Dinardo
luigi8421@yahoo.it
wow bellissima tappa....i racconti dei sopravvissuti e le testimonianze degli oggetti arrivati a noi sono l'oro della nostra cultura, un perenne monito di quel che è stato.. deve essere stato davvero bello incontrare, intervistare e vendere tutte quelle cose!!!
RispondiEliminamail : patty_1986@hotmail.it
Ah ... questa tappa è meravigliosa <3 Molto originale, fuori dai soliti schemi grazie sia a voi blogger ma soprattutto, immagino, grazie al libro che ha permesso di ampliare gli orizzonti. Stupendo.
RispondiEliminamail: rachelsandmanauthor@gmail.com
Una tappa molto emozionante ❤
RispondiEliminaI pensieri dell'autore su ciò che ha provato nel sentire il racconto di quegli anni tremendi, ed i vari oggetti ritrovati non possono che rattristare il mio cuore :(
Per me sarebbe un onore poter incontrare un giorno chi la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle... sono uomini e donne che vanno ricordati ❤
Non vedo l'ora di leggere questo libro, sono sicura che susciterà in me tantissime emozioni ❤
Partecipo al BlogTour e al Giveaway
Di seguito vi elenco tutte le regole che ho rispettato nel form :)
Seguo tutti i blog partecipanti al BlogTour con il nome: Elysa Pellino
La mia email: mora_1993_@hotmail.it
Ho il mi piace alla pagina Facebook della casa editrice " Leone Editore " con il nome: Elysa Pellino
Seguo il profilo Instagram della casa editrice " leone_editore " con il nickname: e.l.i.s.a.93
Ho condiviso questa tappa su Facebook in modalità ( PUBBLICA ) taggando la pagina del blog " Un lettore è un gran sognatore " + 1 amica :)
LINK CONDIVISIONE: https://www.facebook.com/elysa.pellino/posts/10210734999984885
- Ho completato il form in tutti i suoi campi...
( Ho commentato e condiviso le tappe precedenti, aspetto l'ultima di domani )
Grazie per la partecipazione!!
Buona Fortuna a Tutti ❤
Questa Tappa è una cosa unica e meravigliosa *_*
RispondiEliminaDavvero Grazie per aver condiviso con tutti noi questo tuo viaggio nel passato.
Il percorso compiuto dall'autore durante la stesura di questo libro deve essere stato qualcosa di meraviglioso. Tutte le testimonianze e i ritrovamenti sono veramente stupefacenti!
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