MORTE DI UNA STREGA
di Mariangela Cerrino
360 pagine | 13,90€
Adémar de Cly ha trent’anni, è un medico erudito e possiede una dote che lo pone costantemente in pericolo: lui vede oltre. Può sapere quello che non è ancora accaduto e scoprire i segreti di chi gli sta accanto. Di ritorno dall’esilio volontario, dopo aver vendicato la morte della moglie e del figlio, Adémar giunge alla corte del pontefice ed è chiamato a destreggiarsi tra conti in sospeso, complotti e delitti. È proprio in questa occasione che incontra Isaline, una giovane donna rinchiusa nel Castello, che conosce a fondo l’arte della medicina e che è stata accusata di aver ucciso suo padre, ma che si rivela per lui un’ottima aiutante. Nonostante la tregua sembri vicina, l’ombra dell’Inquisizione si posa sul loro amore, e il malvagio domenicano Janus promette al valoroso Adémar che presto giungerà la sua fine.
«Il mio pensiero? Il papa non è più in grado di assecondare re Filippo, e la condanna dei Templari l'ha dimostrato, così il re vuole un nuovo papa, e deve essere una sua creatura. Clemente è malato, forse lo era già quando è stato eletto nove anni fa, ed è una cosa nota; fidando su questo non posso escludere che qualcuno stia affrettando la sua morte.»
Il Medioevo è quell'epoca storica definita, ingiustamente, “buia”, nella quale le controversie e gli scontri tra potere temporale e potere spirituale erano molto frequenti. Per non dimenticare la paura in cui il povero popolo era costretto a vivere, costretto a seguire la fede cattolica: coloro che erano definiti eretici, venivano condannati da un tribunale istituito appositamente per combattere le eresie, l’Inquisizione. La superstizione, i pregiudizi verso quelle donne che praticavano l’arte medica, la paura per le streghe, o coloro ritenute tali, erano dunque elementi caratterizzanti di quel periodo.
È in questo contesto che viene ambientato Morte di una strega. Siamo nel 1314, in Francia: Jaques de Molay, Gran maestro dell’Ordine dei Templari, viene condannato al rogo insieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay. Poco prima di morire, Molay maledice il re, Filippo IV il Bello, e il Papa, Clemente V, colpevoli della sua imminente morte, predicendo la loro morte entro la fine dell’anno.
«Io invece ho sentito parlare molto di te. Adémar de Cly» rispose ostentando una perfetta quiete. «Maestro dell'Università di Montpellier, nobile signore di quelle terre, medico, alchimista, viaggiatore e...» Si interruppe, ma Adémar non permise al suo sguardo di sfuggirgli. «Mago» concluse Janus, in un soffio. «Mago? Che cosa contempli in questa parola che non sia anche nei tuoi desideri?»
Protagonista della storia è Adémar de Cly, un medico che possiede un dono: guardare oltre. In seguito alla morte della moglie e del figlio, e dopo aver ottenuto vendetta per la loro uccisione, decide di trascorrere cinque anni di esilio volontario, lontano da tutti i suoi affetti. Quando ritorna a casa viene richiamato alla corte del pontefice per cercare di scoprire chi stesse tramando per la morte di Clemente V. Il Papa, ormai visibilmente in pessime condizioni, è prossimo alla morte. Ma chi lo vuole uccidere? Perché? E anche a Filippo IV è destinato la stessa sorte? A rendere la situazione più difficile c’è la presenza celata dell’Inquisizione, che sembra seguire ogni passo di Adémar. Ad aiutare il giovane medico c’è la bella Isaline, non vista di buon occhio da tutti perché colpevole di conoscere la medicina e di essere una donna... Una strega, quindi.
Seppur con qualche iniziale titubanza, Adémar inizia a fidarsi di Isaline, l'unica sulla quale può contare in una realtà in cui la morte potrebbe essere dietro l'angolo e in cui bisogna guardarsi le spalle da chi è pronto a tradirti per i propri scopi.
Seppur con qualche iniziale titubanza, Adémar inizia a fidarsi di Isaline, l'unica sulla quale può contare in una realtà in cui la morte potrebbe essere dietro l'angolo e in cui bisogna guardarsi le spalle da chi è pronto a tradirti per i propri scopi.
Mariangela Cerrino riesce a ricostruire perfettamente nel suo romanzo quegli anni fatti di intrighi, di complotti e di paura verso ciò che è considerato stregoneria. Con gran maestria trasporta il lettore nel XIV secolo, grazie alle molte descrizioni e all'attenta ricostruzione dei fatti accaduti.
Non manca la caratterizzazione dei personaggi. Adémar appare come un uomo forte e risoluto, che riesce a seguire i suoi sogni abbracciando la cultura anziché le armi. Grazie al suo dono di poter vedere il futuro, si rivela un elemento prezioso per alcuni, ma anche una minaccia per altri. La brutale morte della moglie e del figlio lo segnano molto, ma Isaline, con la sua dolcezza e determinazione, riesce a buttar giù quel muro che l’uomo si è creato intorno e lo aiuta a superare il dolore e a cercare la verità. Una donna coraggiosa, che cerca di lottare contro le false convinzioni che coinvolgono le donne come lei che hanno solo la fortuna di aver appreso l'arte medica.
La luce della torcia toccava i capelli della donna, che avevano il colore del rame, e ne era imprigionata, così che la illuminava e le scivolava addosso come un manto. Tutto il resto della cella era nel buio. Ma lei era luce. [...] Poi la donna volse il viso a guardarlo e tenne gli occhi nei suoi, senza muoversi, senza parlare. Era un bel viso. Giovane... e gli occhi, in quella luce, sembravano chiari. I capelli, in parte legati sulla nuca, erano lunghi ai lati del viso, e liberi.
Un romanzo storico con qualche tinta di giallo che consiglio di leggere non solo a chi è appassionato al periodo, ma anche a chi non si è mai avvicinato a libri ambientati nel Medioevo e vorrebbe invece saperne di più, perché durante la lettura sarà inevitabile andare a fare ricerche su internet per scoprire qualcosa di più sui personaggi che si incontrano.
Morte di una strega offre un quadro minuzioso del periodo in cui è ambientato, facendo riflettere il lettore su quanto i giochi politici non guardano in faccia nessuno.
«Soltanto tu puoi darti pace.» «Forse la pace non è di questo mondo.» Isaline gli posò una mano sul petto. «Ti aiuterò, se lo vorrai.» Era una mano all'improvviso calda come un raggio di sole.
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