Titolo: Le rose di
Cordova
Autore: Adriana
Assini
Editore: Scrittura & scritture
Pagine: 208
Prezzo: 13,50€
…una regina non
cammina scalza e se soffre non piange, né piega il capo, neppure quando ha
torto.
Così parla Nura della sua sovrana. È lei, schiava moresca, a raccontare la
drammatica esistenza di Juana I di Castiglia, terzogenita dei Re Cattolici,
passata ingiustamente alla storia come la Pazza per effetto di un sordido
complotto destinato a strapparle la corona.
Tra la Spagna e le Fiandre del XVI secolo, il ritratto forte di una donna anticonformista e ribelle, che alle brame di potere antepone gli affetti e sbaglia tutte le sue mosse, amando, non riamata, quegli uomini della sua famiglia che, uno dopo l'altro, finiranno per tradirla.
Tra la Spagna e le Fiandre del XVI secolo, il ritratto forte di una donna anticonformista e ribelle, che alle brame di potere antepone gli affetti e sbaglia tutte le sue mosse, amando, non riamata, quegli uomini della sua famiglia che, uno dopo l'altro, finiranno per tradirla.
«Guarda di nuovo!» Mi disse una sera porgendomi le mani. «Dimmi se sarò
felice.»
«Dipenderà da voi» tornai a risponderle, mentre in cuor mio non avrei scommesso
un marco sulla sua felicità.»
Qualche tempo fa, ho dovuto studiare per un
esame di storia moderna la figura di Carlo V. Nel libro a lui dedicato, l’autore
parlando dei genitori dell’imperatore scrive che la madre era forse impazzita
per amore o forse era più comodo far credere che fosse pazza. Le mie conoscenze
erano limitate in base a quanto appreso a scuola. Ero quindi rimasta
affascinata da queste poche righe, avevo fatto qualche ricerca online ma la mia
curiosità si era fermata lì. Fino a quando non ho scoperto il libro di Adriana
Assini che ha riacceso in me un grande interesse verso questa donna.
Terzogenita dei Re Cattolici Isabella di
Castiglia e Ferdinando d’Aragona, coloro che hanno unificato la Spagna
cacciando gli arabi, Giovanna viene data in sposa a Filippo detto il Bello, secondo
figlio dell’imperatore Massimiliano I. Costretta a vivere in una terra
straniera, Giovanna non ha un’esistenza molto facile. La sua storia ci viene
raccontata da una donna araba, Nura, che prima dell’arrivo degli spagnoli godeva
di uno status invidiabile poiché figlia del primo ministro arabo. Nura viene
salvata dalla schiavitù proprio da Giovanna che la sceglie come sua dama personale
e che la segue anche nelle Fiandre.
Al termine della lettura scende un velo
malinconico. Tutto il libro è permeato di malinconia: questa donna dal
carattere così ribelle, non gradito ai suoi contemporanei. Una vittima di un
gioco più grande di lei, quasi una marionetta. A muovere i suoi fili sono prima
il marito e il padre, poi anche il figlio. Lei così ingenuamente innamorata di
un uomo che la vede solo per le sue ricchezze. Paga caro il suo non volersi
sottomettere, il suo voler per forza cambiare ciò che a quei tempi era normale,
come il fatto che un uomo si circondasse di amanti.
Caparbia, gelosa, furente, pretendeva una fedeltà che le donne sue pari
non avevano mai osato chiedere. Ma poi tornò padrona di se stessa e allora
diventò di colpo ragionevole: «Purtroppo, non scegliamo noi il tempo in cui vivere,
ciononostante dovremmo fare qualcosa per cambiare quello in cui ci ritroviamo.»
È anche fin troppo facile per quegli uomini
che lei così tanto ama additarla come pazza per estrometterla da ciò che le
spetta.
Attraverso le parole di Nura non conosciamo
solo Giovanna, ma anche lei. Una donna che si è vista portare via tutto. Non
solo le cose materiali, ma anche quelle spirituali perché il suo Dio non è lo
stesso degli spagnoli. Nura, ribattezzata Francisca, nonostante tutto sostiene
la sua sovrana seppur qualche volta con qualche punta di severità dovuta al
risentimento. Perché nel corso degli anni ha imparato a conoscerla e sa che di
Giovanna non ci si può fidare fino in fondo. Ed è impossibile non paragonare le
due donne, così diverse caratterialmente ma, alla fine, così unite. E
accomunate da uno stesso triste destino: vedersi private della libertà.
Questo libro di Adriana Assini non è un
semplice romanzo storico, lo definirei quasi un saggio romanzato. Molto attenta
ai dettagli e con una ricostruzione storica meticolosa, l’autrice con un
linguaggio raffinato e mai noioso offre ai suoi lettori un quadro dell’epoca in
cui si muovono molti personaggi ma tutti ben definiti con le loro debolezze e
forze. La Spagna ha raggiunto da poco la gloria grazie a Isabella e Fernando,
ma la morte della regina causa ben presto pericoli: Filippo vuole il regno,
Ferdinando pure. E faranno di tutto pur di avere reggenza, senza farsi troppi
scrupoli nel ridicolizzare la povera Giovanna.
In seguito, l’avvento di Carlo al trono non sarà ben gradito.
In seguito, l’avvento di Carlo al trono non sarà ben gradito.
A palazzo Coudenberg la notizia scatenò subito un putiferio: mentre
Philippe, con il sangue che gli saliva alla testa, minacciava di dichiarare
guerra al suocero, il suo primo ministro cercava di rimediare al torto
organizzando in quattro e quattr’otto la sua incoronazione a re di Castiglia
nella collegiata di Santa Gudula.
I due re cattolici, così devoti, appaiono più
interessati al potere che a nutrire affetto verso la loro prole. Una prole che
sembra quasi maledetta, che non riesce a sopravvivere alla regina. Solo Giovanna
lo fa, ma non è in grado, o meglio, non le viene dato modo di mostrarsi come
sovrana.
Io rimanevo del parere che Juana non fosse affatto malata nella testa,
bensì nel cuore. Ribelle fino all’osso, non c’era verso di farle capire quanto
fosse pericoloso tirare troppo la corda. Tra coraggio e avventatezza,
pretendeva di vivere secondo i suoi principi, sottovalutando i rischi di
mettersi contro il mondo intero. […] Il primo a chiamarla “pazza”, sebbene
ancora sottovoce, era stato proprio suo marito, ma adesso molti altri gli
facevano eco.
Un testo che riabilita la figura di questa
sovrana fin troppo sminuita. D’altronde si sa, le donne nel primo 500, e non
solo, non godono della giusta considerazione.
Consiglio Le rose di Cordova a chi, come me, vuole imparare qualcosa di più dalla storia focalizzandosi sui personaggi femminili.
Consiglio Le rose di Cordova a chi, come me, vuole imparare qualcosa di più dalla storia focalizzandosi sui personaggi femminili.
Nessun commento:
Posta un commento