"Ho scelto di vivere all’inferno. Confessioni di un terrorista dell’Isis" di Simone di Meo | Leggendo con Claudia - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

mercoledì 21 giugno 2017

"Ho scelto di vivere all’inferno. Confessioni di un terrorista dell’Isis" di Simone di Meo | Leggendo con Claudia


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Claudia ci parlerà di un libro di forte attualità, Ho scelto di vivere all’inferno. Confessioni di un terrorista dell’Isis di Simone di Meo.


Titolo: Ho scelto di vivere all’inferno. Confessioni di un terrorista dell’Isis
Autore: Simone di Meno
Editore: Imprimatur
Pagine: 144
Prezzo: 15€

Dai campi di calcio ai campi di concentramento dell'Is: Bechir è un giocatore della serie A tunisina che decide di arruolarsi nell'Isis e combattere per la Giusta Causa del Califfo Al Baghdadi. Prenderà parte a missioni segrete in Libia per conto dello Stato Islamico e diventerà uno dei combattenti più famosi e temuti di Raqqa. In questo sconvolgente libro-inchiesta, il protagonista svela in diretta il lato oscuro dell'organizzazione terroristica più potente al mondo: l'orrore delle decapitazioni, gli stupri di guerra e gli attentati dei kamikaze. Ma anche i segreti inconfessabili, la corruzione, il traffico di droga, la macchina della propaganda sui social e i piani del Califfato per invadere l'Europa e piegarla alla Sharia.



A cura di Claudia Risi

Dopo “La Soldatessa del Califfato”, esce nelle librerie “Ho scelto di vivere all’inferno. Confessioni di un terrorista dell’Isis”, sempre edito Imprimatur.
Anche questa volta il giornalista e scrittore Simone Di Meo non sbaglia. Dopo un’interessante prefazione di Edward N. Luttwak inizia la storia di una giovane promessa del calcio tunisino, Bechir che grazie al sostegno della moglie Aicha, la “Soldatessa del Califfato” del precedente libro, si lascia andare a rivelazioni atroci sul suo passato da soldato al servizio dell’IS. La storia non è priva di dettagli atroci ma quello che colpisce è la sensazione di percepire il pesante senso di colpa del giovane calciatore e questo grazie anche allo stile utilizzato dallo scrittore. Infatti con l’utilizzo del tempo presente Simone Di Meo riesce a far calare il lettore nelle ansie e paure del protagonista. Sembra di vivere insieme a Bechir la terribile e sanguinosa battaglia contro gli infedeli nel nome di Allah.
Ma quello che rende unico il libro è un altro particolare. La narrazione di Bechir viene interrotta più volte dalla voce fuori campo di Simone Di Meo che arricchisce il racconto con particolari di cronaca e storia. Tutto questo non solo riesce a facilitare la comprensione di un fenomeno così serio e preoccupante, ma evita che la storia divenga una semplice “lista” di atrocità e particolari osceni. La sensazione a fine lettura è quella di aver preso coscienza di un pericolo attuale e concreto: il terrorismo del Califfato.

E proprio come scrive E.N. Luttwak nella prefazione, “Di Meo merita la nostra gratitudine”.

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