NEMICO MIO
di Clelio D’Ostuni, Daniele Locci,
Daniele Trombetti
regia di Daniele Trombetti
con Clelio D’Ostuni, Daniele Locci,
Francesco Mantuano, Roberta Marcucci, Carlotta Maria Rondana, Marco Russo,
Daniele Trombetti
L’amore, la guerra e un'Italia
che torna a vivere
Con "Nemico mio" un debutto nazionale al Teatro de’ Servi dal 7 al 26 Novembre
Con "Nemico mio" un debutto nazionale al Teatro de’ Servi dal 7 al 26 Novembre
Luglio 1943: la radio annuncia lo sbarco degli angloamericani in Sicilia e regala una ventata di speranza in un variegato gruppo di giovani soldati ricoverati nell’ospedale da campo di Nettuno: l'atmosfera è di gioia, mista ad una più che giustificata ansia per quello che potrà accadere. Così si apre NEMICO MIO, la commedia romantica scritta da Clelio D’Ostuni, Daniele Locci e Daniele Trombetti che sarà in scena al Teatro de’ Servi dal 7 al 26 novembre.
Al centro della storia che
tuffa gli spettatori in un drammatico periodo del nostro Paese, troviamo
Aurelio (interpretato da Marco Russo), un ragazzo genuino, onesto,
pronto a scherzare e anche a innamorarsi. Dopo tre mesi di coma si risveglia
miracolosamente ed è folgorato dalla bellezza di Anna una crocerossina molto
particolare (Carlotta Maria Rondana). E' un colpo di fulmine, ma forse
anche qualcosa di più, come se nel suo inconscio ci fosse qualcosa che lo lega
profondamente a lei.
Ad accompagnare le sorti del
nostro eroe romantico troviamo, oltre al dottore (Clelio d’Ostuni)
ed alla suora capo sala (Sara Miele), un simpatico trio di
compagni di stanza: Armando (Daniele Locci) , Rodolfo (Daniele
Trombetti che è anche il regista) e Carmelo (Francesco Mantuano).
E' attraverso i loro sguardi, i loro gesti, soprattutto le loro parole che
viene riproposta la situazione in cui versano l’Italia e la sua gente.
Prevalgono l'ironia, lo sforzo di non drammatizzare mai perché a una realtà
terribile si deve sempre opporre la speranza. E questa, nell'ospedale di
Nettuno, non si spegne mai, non fosse altro perché “l'americano c’ha er core
caldo” e perché è sbarcato portando anche “er cevingam”.
Tra colpi di scena e salti
temporali - il secondo atto si svolge a guerra ormai finita - lo spettacolo
vuole sottolineare la bellezza e la semplicità di certe emozioni che, se da un
lato rigettano indietro anche la tragedia della guerra, dall'altro si
confondono con quelle che scaturiscono da momenti chiave della storia
italiana moderna, come l'inizio del processo che porterà al varo della
Costituzione di cui ci si appresta a festeggiare il settantesimo compleanno.
“Il titolo ‘Nemico mio’ ha
un doppio significato, – ha spiegato Daniele Trombetti, uno degli
autori del testo. - Da una parte fa riferimento alla guerra fratricida che
si trovarono a combattere gli italiani dopo l’armistizio; dall’altra un gioco
di parole, anche con la storia: Aurelio soldato fascista si innamora di Anna
una partigiana, in un momento storico in cui l’amore probabilmente non veniva
neanche contemplato, ma che in fondo rimaneva l’unica risposta possibile.
Nemico mio è una speranza, un desiderio, un futuro”.
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