Recensione: Che Classe | Un lettore a teatro - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 17 aprile 2018

Recensione: Che Classe | Un lettore a teatro


CHE CLASSE

di Veronica Liberale
regia di Marco Simeoli
con Fabrizio Catarci, Alessandra De Pascalis, Antonia Di Francesco, Simone Giacinti, Veronica Liberale, Veronica Pinelli


Il riscatto sociale può arrivare a qualsiasi età, non si è mai troppo tardi per ottenerlo. La scuola, sia che la si affronti da adolescente che da adulto, può aiutare lo studente a trovare un suo posto nel mondo, a riscattarsi dopo anni di assoluta anonimità. È proprio questo che mostra lo spettacolo Che classe, in scena al Teatro de’ Servi fino al 22 aprile.

In un liceo di Roma, la professoressa Nora Cosentino de Cupis (interpretata da Veronica Liberale), tiene dei corsi serali per studenti-lavoratori che vogliono conseguire il diploma.
Nora è repressa per colpa della madre, è costretta a vivere all’ombra di quella donna tanto amata da tutti, perfetta nel suo ruolo da ex professoressa, da ex preside e da scrittrice. E lei cerca di dimostrare qualcosa insegnando agli adulti, è convinta in ciò che fa… ma si deve ricredere ben presto. Al suo corso si sono iscritte solo quattro persone, quattro adulti che più diversi tra loro non si può. C’è il secchione Alfonso dal cognome buffo, Cacchione, che non riesce a relazionarsi con nessuno (Fabrizio Catarci), c’è la fashion youtuber Calogera, che preferisce farsi chiamare Sharon, con un fidanzato che non la ama davvero (Veronica Pinelli), c’è Costantino, ristoratore e tifoso della Roma (Simone Giacinti), che subisce la concorrenza con il fratello, c’è Liubotchnka, badante russa che nel suo paese aveva il diploma di odontotecnica e che è razzista nei confronti di tutti gli italiani per tutte le delusioni avute in ambito lavorativo (Alessandra de Pascalis). Un’unica cosa che li accomuna: pensano che, vista l’età adulta, per prendere il diploma non devono fare nessuno sforzo. Ad accompagnare le avventure\disavventure di questa classe fuori dal mondo, c’è la bidella Tecla che non ha peli sulla lingua (Antonia di Francesco). 

Il corso non prende la strada tanto sperata da Nora ma, anzi, rischia di essere annullato perché nessuno degli studenti vuole applicarsi, eccetto Cacchione.
Ben presto però ci sarà quella svolta che cambierà la vita di tutti: iniziano a fare gruppo, tutti e sei compresa Tecla, ed è proprio in quel momento che verranno fuori le loro vere personalità, che tutti si spoglieranno di quella maschera che si erano cuciti addosso. Via i clichè, entrano in scena persone in cui ci si può immedesimare. È lì che il pubblico entra più in empatia con i personaggi, che diventano più umani con le loro fragilità e i loro problemi.

E il finale? Ha un sapore agrodolce, un elemento inaspettato che però non rovina l’happy ending tanto agognato sin dall'inizio.

Che classe è una commedia che con battute divertenti, con un cast ben congegnato e una trama semplice ma avvincente e fresca, riesce a mandare un messaggio forte e chiaro sottolineando l’importanza della scuola e di far gruppo. Perché è proprio da lì che inizia quella fase in cui si capisce chi si è realmente, in cui si comprende l'importanza di non sottostare a nessuno ma di avere un proprio ruolo. 

Nessun commento:

Posta un commento