Si è conclusa da pochi giorni Firenze Libro Aperto, la fiera
fiorentina giunta alla sua seconda edizione e che si è svolta nella Fortezza da
Basso dal 28 al 30 settembre 2018.
Incuriosita da questa nuova fiera, domenica 30
settembre insieme a Vanessa di Leone Editore abbiamo deciso di passare lì la
mattinata.
Una cosa mi ha colpito subito non appena giunta a
Firenze: non c’era nessun tipo di pubblicità, né in stazione né in giro per la
città. Per una fiera che è ancora agli inizi, mi sarei aspettata un po’ più di
promozione.
Senz’altro bello il luogo in cui si è svolta: la Fortezza
da Basso, costruita tra il 1534 e il 1537, si trova in un punto strategico,
facilmente raggiungibile a piedi dalla Stazione di Santa Maria Novella.
Tralasciando alcune indicazioni scritte a penna
su un semplice foglio bianco, con la cartina che viene data all’ingresso siamo
riuscite a orientarci abbastanza bene.
La fiera si è svolgeva su tre piani, con
circa 500 partecipanti tra piccola, media e grande editoria, tra cui grandi nomi come Giunti e Einaudi. Offriva sicuramente un'ampia scelta di libri e ce n'era per tutti i gusti, dai gialli ai romanzi storici, passando per molti altri generi.
Una volta entrata però non
sentivo quello spirito da fiera che si percepisce invece nelle altre rassegne. Ed
erano gli stessi editori a trasmettere questa sensazione: quando mi avvicinavo
agli stand, erano pochissimi quelli capaci di invogliarti all’acquisto. Molti altri sembravano quasi disinteressati ai loro stessi libri.
Altra piccola pecca: troppo spazio tra uno stand
e l’altro. Da una parte era anche buono perché ci si poteva muovere bene, ma dall'altra era quasi controproducente perché dava quasi un senso di vuoto.
Il secondo piano era molto meno affollato rispetto al primo, e molti editori si
lamentavano di questa cosa. Ma questa è una lamentela che ho sentito, purtroppo, anche durante altre fiere.
È una fiera che ha sicuramente delle buone basi: programma ampio,
incontri anche interessanti e concerti inclusi nel biglietto di ingresso della
fiera.
Peccato per la poca promozione e qualche carenza nell’organizzazione.
Ritengo che sia molto importante coinvolgere l’intera città con qualche cartello pubblicitario che invogli il cittadino a recarsi alla fiera, o una sistemazione più adeguata degli stand.
Ma voglio essere positiva, pensando che dal prossimo anno avrà modo di riscattarsi e migliorarsi!
Ad ogni modo, fa sempre piacere che ci siano sempre più fiere dedicate al mondo dell'editoria, sperando che queste possano dare un loro contributo per aumentare il numero di lettori in Italia.
Ritengo che sia molto importante coinvolgere l’intera città con qualche cartello pubblicitario che invogli il cittadino a recarsi alla fiera, o una sistemazione più adeguata degli stand.
Ma voglio essere positiva, pensando che dal prossimo anno avrà modo di riscattarsi e migliorarsi!
Ad ogni modo, fa sempre piacere che ci siano sempre più fiere dedicate al mondo dell'editoria, sperando che queste possano dare un loro contributo per aumentare il numero di lettori in Italia.
Anche Vanessa è della mia stessa opinione:
Location molto bella, peccato per la scarsa organizzazione. C’è molto su cui lavorare per portarla a livelli delle altre manifestazioni.
Durante la mattinata ho scambiato anche due chiacchere
con Paola Papetti, responsabile ufficio stampa di Odoya, che ha dato un suo
giudizio sulla fiera:
La fiera sicuramente sconta alcune cose, forse il troppo caldo. Una fiera fiorentina mancava sicuramente, ma se pensiamo al successo di Pisa Book Festival che è sempre nell’area toscana chiaramente ci aspettavamo di più. Ma è una fiera ancora giovane e può crescere ancora molto.
Sta andando molto bene The Gloaming. I Radiohead e il crepuscolo del rock di Stefano Solventi che è una disamina di come i Radiohead hanno interpretato il loro tempo da un punto di vista di critica musicale. Si parla molto della storia tecnologica, quindi il passaggio da vinile a spotify, cosa è successo nel mezzo.
Altro titolo che stiamo promuovendo in questo periodo è Guida ai super e real Robot, che ha una campata ampia perché in questo titolo vengono appunto inclusi i real robot, tra cui Evangelion e Gudam per fare il nome dei più famosi. L’ha scritto Jacopo Mistè, che gestisce il blog Anime Asteroid ed è uno dei massimi esperti dell’argomento a livello italiano.
Il 31 ottobre uscirà un titolo che è un libro di riferimento per quanto riguarda la cultura sui vichinghi, Vite e morte dei grandi vichinghi di Tom Shippey. Il titolo inglese è Laughing Shall I Die (Morirò ridendo). Si parla molto della passione per la morte del popolo vichingo nel folklore norreno ma anche di tutti i lasciti tolkeniani, cosa c’è di fantasy nelle saghe.
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