Recensione: "Piccole anime folli" di Mirko G. Rauso - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

lunedì 3 giugno 2019

Recensione: "Piccole anime folli" di Mirko G. Rauso



PICCOLE ANIME FOLLI
di Mirko G. Rauso 
288 pagine | 12,90€

IN UN PAESE DOVE IL MALE DILAGA NESSUNO È INNOCENTE
CHI SOPRAVVIVERÀ ALLA CACCIA SUPREMA?

Nel piccolo paese di San Rodi, i mesi scorrono con estrema lentezza. Quattro ragazzini di quindici anni, ognuno con un problema che si porta dentro e una condizione familiare disastrosa, fanno parte del gruppo dei Cacciatori Solitari. Agli occhi di tutti sono dei perdenti, degli emarginati, ma aver fatto squadra li rende più coraggiosi. Sfrecciando in bicicletta tra i boschi circostanti, si sentono degli eroi: catturano ogni tipo di animale e, per dimostrarsi «uomini veri», arrivano perfino a torturare e ammazzare cani, galline e volpi. Ma le dinamiche di quel gruppo nascondo risvolti sconvolgenti. Un giorno, infatti, spinti dalle manipolazioni e dalla pazzia del loro carismatico capo, Fermo, decideranno di compiere la Caccia Suprema, quella di un essere umano. Da allora, da quel primo omicidio, si scatena una spirale di violenza sempre più grande, sempre più terribile, che piano piano coinvolgerà l’intera comunità, rivelando scenari inquietanti, fino alla comparsa di un altro Mostro, un terrificante serial killer. Quali sorti toccheranno agli abitanti di San Rodi?



Tra questi vari gruppi, uno in particolare non amava le partite di calcio e preferiva guardare film dell'horror in Vhs. I quattro componenti non erano ben visti dal resto dei loro coetanei, ma se ne fregavano. Ogni giorno, dopo la scuola e prima che calasse la notte, impugnavano le loro maestose biciclette e si allontanavano dal pietoso centro cittadino, alla ricerca di avventure. 
Folle. È questo l’aggettivo che meglio descrive Piccole anime folli. La trama non mi aveva convinta molto all'inizio ed ero molto titubante, ma poi mi sono subito ricreduta. Questo è un romanzo cruento, violento, in cui i limiti sembrano non esistere.

La storia è ambientata a San Rodi, piccola città del Centro Italia, dove le giornate sono sempre le stesse per gli abitanti. Tra i vari gruppi che si formano tra i ragazzi della città, ce n’è uno particolare caratterizzato dalla presenza di giovani problematici, con alle spalle una situazione familiari tutt’altro che rosea. Sono i Cacciatori, che vivono dando la caccia a poveri indifesi animali per sentirsi parte integrante di un mondo che sembra disprezzarli. A capo c’è Fermo, ragazzo deciso e sicuro di sé, sprezzante di tutti e di tutto che ha a cuore solo se stesso. Un bravo manipolatore, che sa come plasmare la mente dei suoi amici. Piero B, ex promessa del calcio, ha perso la sua popolarità e per questo si è unito ai Cacciatori. È colui che entra più in contrasto con Fermo. Arcangelo e Tommaso sono i più deboli del gruppo: il primo è un ragazzo con problemi di peso e con una madre troppo presente, il secondo non vuole accettare la propria omosessualità.

La tranquillità di San Rodi viene stravolta quando Fermo decide di dar via alla Caccia Suprema, unico modo per poter dare dimostrazione della loro superiorità. Ed è qui che entrano in gioco molti altri personaggi, come Mollusco, vittima prescelta dai ragazzi, la signorina Ranieri, che sembra essere inizialmente un personaggio secondario ma che in realtà è molto coinvolta in questa storia folle, Venusia, nuova arrivata in città che si innamora di uno dei Cacciatori, e Yara, a capo della congrega delle Streghe che cerca di aiutare una persona a cui tiene molto.

Il primo omicidio commesso dai Cacciatori ha un effetto domino: seguono una serie di altri omicidi non tutti ricollegabili allo stesso assassino, ed è qui che viene fuori la vera follia del romanzo. Tutti diventano assassini, tutti sono vittime e tutti sono colpevoli: a San Rodi la depravazione è ormai dilagata e non si possono più dormire sonni tranquilli. 
Fermo, che credeva di aver messo in atto un piano impeccabile, si ritrova a non avere più la situazione in mano e a essere coinvolto in un gioco più grande di lui. 


La persona che aveva suonato la prima nota della melodia più disumana immaginabile era uno sconvolto Fermo. Chi avrebbe mai pensato che San Rodi potesse nascondere così tanti segreti, così tanta follia. Lui aveva dato inizio a tutto, aveva pianificato ogni cosa nel minimo dettaglio, ma era come se ormai fosse diventato un semplice gregario, non aveva più l'importanza di un tempo.
Piccole anime folli è una storia di bullismo e di violenza, e ti fa capire quanto questi due comportamenti siano concatenati tra di loro. Chi è vittima di bullismo, non resta estraneo alla violenza ma anzi ne cova moltissima, ritenendo che questa è l’unica soluzione, l’unico modo per poter affrontare la vita.

Rauso riesce a coinvolgere il lettore con uno stile fluido e semplice, contraddistinto da un linguaggio crudo. Le descrizioni sono molto accurate e ogni personaggio è ben caratterizzato. E l’autore è bravo a dare il giusto spazio a ogni singola persona che ritroviamo nel corso della storia: nessuno viene lasciato a se stesso, ognuno ha la propria storia che viene ben descritta e trova un degno finale. La catena di omicidi dà il via a un vortice di sentimenti contrastanti: odio, sete di vendetta e di giustizia, amore folle e amore irrazionale.

Durante la lettura è impossibile non rimanere sconvolti: avevo quasi i brividi mentre leggevo, non riuscendo a capacitarmi in così tanta cattiveria. Sconsiglio la lettura a chi è debole di stomaco perché alcune scene sono descritte in modo così reale che è impossibile non immaginare la scena e rimanerne disgustati. Invece, se amate le storie forti, Piccole anime folli deve essere letto proprio per la particolarità della trama. 

«Adeline, da cosa si capisce quando qualcuno è uno psicopatico?»«Si capisce da molte cose... Gli psicopatici spesso recitano con gli altri, ponendo loro stessi come divinità centrali della loro esistenza, sono molto distaccati sotto il punto di vista emotivo... La morte, le tragedie... Non pesano su di loro quanto pesano su di noi. Gli psicopatici mentono, rompono le regole, provano piacere nel provocare danni agli altri, sono asociali, tortura o gli animali e spesso si sentono come se l'intero pianeta avesse un problema con loro. Teramano per rompere l'ordine naturale delle cose, possono arrivare a compiere azioni tremende e rivoltosebsenza provare alcun rimorso...» [...]Mollusco riconobbe Fermo in ogni singola parola pronunciata da Adeline. «Adesso ho ancora più paura.»

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