Foto di Gianni Crestani da Pixabay |
Vieste: il mare, le spiagge e la leggenda del Pizzomunno
Questo piccolo paesino sul mare, con le sue case bianche, riesce a regalare ai turisti un senso di pace e tranquillità. Situata sulla punta più a est del Gargano, tra spiagge e scogliera si estende per circa 30km. Il suo simbolo è, senza dubbio, la grande roccia all'inizio della spiaggia del Castello, il Pizzomunno, che si erge con tutta la sua maestosità e sembra quasi controllare e proteggere la città. È impossibile non rimanerne affascinati, soprattutto dopo aver letto la leggenda legata a Vieste.
Si
narra che ai tempi in cui Vieste era ancora un villaggio, Pizzomunno
era un bellissimo pescatore del posto. Ogni giorno andava in mare con
la sua barca e lì trovava le sirene che provavano a incantarlo con canzoni d'amore e gli promettevano l'immortalità nel tentativo di
ammaliarlo e convincerlo a restare con loro come loro re e amante. Il
giovane, innamorato follemente di Cristalda, non cedeva mai. Fu così
che una sera, mentre i due innamorati stavano sulla spiaggia, le
sirene gelose aggredirono Cristalda e la portarono con loro nel mare;
Pizzomunno tentò invano di salvare l'amata. Il giorno dopo, alcuni
pescatori ritrovarono il ragazzo pietrificato dal dolore nello
scoglio che oggi tutti possono ammirare.
Si dice anche che, ogni
cento anni, Cristalda risale dagli abissi per ritornare dal suo
Pizzomunno. Una variante della leggenda dice che la ragazza si chiamava Vieste o Vesta, ricollegandosi così anche con il nome della città.
Quando ci si ritrova a passare davanti al Pizzomunno, è inevitabile pensare ai due giovani innamorati: è romantico pensare che i due si rincontrano ogni cento anni e che né il mare né il tempo possono spezzare il loro sentimento così forte.
Foto di Sebastiano Iervolino da Pixabay |
Storia di Vieste
Vieste è anche un luogo ricco di storia. Zona popolata sin dal Paleolitico, come testimoniano i molti siti archeologici e i reperti ritrovati, grazie al suo clima mite, alle molte sorgenti di acqua potabile, al terreno fecondo e alla varietà di frutta, selvaggina e pesci.
Nei pressi del castello e sulla punta di San Francesco sono visibili resti di tombe dell'età del ferro. Molti reperti archeologici, purtroppo, sono poco curati o addiritturati abbandonati a se stessi, con il conseguente deterioramento.
Fu abitata sia dagli antichi Grechi che dai Romani, amministrata dai bizantini e poi passata sotto il controllo dei longobardi. Durante l'epoca normanna e sveva Vieste conobbe una forte crescita dal punto di vista urbanistico. Dopo la dominazione angioina, Vieste, entrata a far parte del Regno di Napoli e poi delle due Sicilie, fu posta sotto il controllo dei Borrboni fino all'unità d'Italia.
Il castello che sorge al margine del centro storico venne costruito nell'XI secolo dal conte di Vieste, il normanno Roberto Drengot.
Federico II di Svevia nel 1242 lo fece riedificare e ampliare, con lo scopo di fortificare la città, per la sua posizione strategica, dopo il saccheggio veneziano avvenuto pochi anni prima, nel 1239, dovuto alle lotte tra papato e impero. Lo stesso Federico vi soggiornò in due occasioni, una nel 1240 e l'altra nel gennaio 1250.
Nel corso del cinquecento venne nuovamente ampliato e rinforzato dal Viceré di Napoli Don Pedro de Toledo (1539) e da Don Parafan de Ribera (1559): in queste due occasioni il castello cambia profondamente il suo assetto iniziale, reso più idoneo ai nuovi canoni militari e ai nuovi pezzi di artiglieria.
Nel '500 inoltre subì diversi assalti da parte dei saraceni e tra questi si ricorda quello di Dragut Rais, che nel luglio 1554 fece decapitare circa 5000 abitanti. Questo episodio è ricordato da una targa visibile vicino la cattedrale.
Il violento terremoto del 1646 non solo danneggiò il castello, ma causò molti crolli diffusi.
Di pianta triangolare, rinforzata con tre bastioni cinquecenteschi a lancia agli angoli, la fortezza è situata su una rupe a strapiombo sul mare, e purtroppo non sempre è visitabile perché divenuta sede militare.
Da non perdere il suggestivo panorama che si può osservare dalla balconata panoramica.
Foto di Gianni Crestani da Pixabay |
All'interno della Chiesa vi è la statua della protettrice di Vieste, Santa Maria di Merino. Nei giorni della sua festa, dal 30 aprile al 9 maggio, la statua viene esposta su un trono allestito nell'altare maggiore.
Per chi volesse esplorare altri bellissimi luoghi del Gargano, da Vieste si ha la possibilità di prendere il traghetto che porta alle Isole Tremiti, un arcipelago del Mar Adriatico composto di 5 isole: San Domino e San Nicola, le uniche due abitate, Cretaccio, Capraia e Pianosa.
Vieste nei libri
Racconta la storia dell'eremita Pietro Angelerio del Morrone che viene eletto pontefice nell'agosto 1294, con il nome di Celestino V, e che rinuncia all'incarico pochi mesi dopo perché incapace di amministrare la Chiesa. Costretto a fuggire per evitare di essere messo sotto controllo dal nuovo papa Bonifacio VIII, Pietro si rifugia anche a Vieste nel maggio 1925, con lo scopo di imbarcarsi per la Grecia, ma qui viene catturato.
Il Gargano è dunque teatro degli ultimi tristi momenti di vita di Pietro che muore poi nel maggio 1926.
Lo scoglio incantato Vanessa Vescera e Fabiana Andreozzi |
La trama e la brevità fanno sì che Lo scoglio incantato sia una lettura adatta da leggere nelle caldi giornate d'estate.
La protagonista è una sirena, Crystan, che viene colpita da una maledizione: viene trasformata in uno scoglio ma ha la possibilità di riprendere la sua vera sembianza ogni
cent'anni. Il destino ha in serbo per lei delle grandi sorprese e la giovane si renderà presto conto che il vero amore può arrivare in qualsiasi momento.
Nessun commento:
Posta un commento