Ospite del giorno è Umberto Rotili, autore che ha pubblicato il suo primo romanzo La pietra nera. Ai confini della creazione con Leone Editore.
Il seguito del romanzo, L’alchimia delle stelle, è attualmente in campagna con BookRoad.
Avrei dovuto pubblicare quest’intervista giorni fa, ma purtroppo gli impegni al lavoro hanno preso il sopravvento. Ad ogni modo, ora vi lascio con l’intervista!
Qui potete prenotare la vostra copia e sostenere l’autore.
Come è nata la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura nasce quando ero bambino, all’età di otto anni ho iniziato a inventare alcune storie e i primi romanzi (almeno io li chiamavo così) interamente scritti a mano, sui quaderni che mi avanzavano a scuola. Poi, dopo che mi regalarono la prima macchina da scrivere, iniziai a trascriverli, e infine alle superiori mi sono evoluto scrivendoli a computer. Ho sempre sognato di passare davanti alla vetrina di una libreria e di vedere un mio romanzo pubblicato. Questo sogno è finalmente diventato realtà!
Quali sono i temi principali del tuo ultimo romanzo L’alchimia delle stelle?
L’alchimia delle stelle è il secondo libro di una trilogia, pensata per far compiere al lettore un cammino alla scoperta di se stesso. È un romanzo fantasy, e come tale parte da immagini e personaggi tipici di questo tipo di letteratura, anche se tutto è ambientato nel mondo moderno. Ci troviamo infatti in una città che diventa teatro di una vicenda che coinvolge luci e tenebre presenti in ognuno di noi. Questa si amplierà poi al mondo intero collegando tra loro punti lontani del tempo e della storia, personaggi e vicende che si intrecciano, e soprattutto tradizioni, leggende e misteri legate all’Italia.
In questo secondo capitolo della saga ritroviamo personaggi già conosciuti ne La pietra nera ma anche nuovi nomi, come la negromante e l’alchimista. A cosa ti sei ispirato per creare questi personaggi così particolari e unici?
Mi sono chiesto cosa può provare dentro di sé una persona capace di unire il regno dei vivi con quello dei morti. Mi sono chiesto se il personaggio di negromante percepisse il dolore delle anime con cui entrare in contatto e il dolore dei vivi con cui relazionarla. È venuto fuori un intreccio interessante, un personaggio dalla vita poliedrica, che naturalmente nasconde molte sorprese. Dall’altro canto, de l’alchimista, il mio personaggio preferito oserei dire quasi il mio alter ego nel libro, mi affascina tantissimo il suo sapersi muovere nel tempo e nello spazio, plasmando la materia e riuscendo a piegare le leggi dell’universo al suo volere. In realtà tutti noi possiamo diventare alchimisti, ma il come, lo scoprirete nel libro!
Quanto ha influito la tua esperienza personale nella stesura dei tuoi romanzi?
Tantissimo! Io sono un sacerdote e sicuramente tutto questo ha influito sulle tematiche del libro, ma non in maniera scontata e banale, quanto per poter dimostrare che ogni religione è buona e conduce l’uomo a evolvere. Anche perché se non fosse così, la religione non servirebbe a niente. Quindi l’intreccio di spiritualità diverse, in realtà, conduce sempre allo stesso medesimo Dio.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Di certo sono un grandissimo appassionato di Tolkien, della Rowling, ma anche di Dan Brown, Stephen King, Ken Follett e Ildefonso Falcones.
L’ultima domanda è rivolta al futuro. Ci sarà un terzo capitolo? O ti vedremo in azione su qualche altro progetto?
Sì, di certo ci sarà il terzo capitolo che concluderà la saga, sto continuando a scriverlo proprio in questi giorni. Sono in realtà molto soddisfatto dell’intreccio che sta nascendo e del corso che stanno prendendo le vicende, portando i personaggi a un’evoluzione superiore. Spero che il percorso del libro possa aiutare anche chi lo legge a compiere la stessa evoluzione.
Nessun commento:
Posta un commento