DAL 22 FEBBRAIO 2022 AL 06 MARZO 2022
ENRICO IV
EROS PAGNI
DI LUIGI PIRANDELLO
ADATTAMENTO E REGIA LUCA DE FUSCO
CON ANITA BARTOLUCCI, PAOLO SERRA, VALERIO SANTORO, GENNARO DI BIASE, MATTEO MICHELI, ALESSANDRA PACIFICO GRIFFINI, ALESSANDRO BALLETTA
SCENE E COSTUMI MARTA CRISOLINI MALATESTA
LUCI GIGI SACCOMANDI
MUSICHE A CURA DI GIANNI GARRERA
Il 24 febbraio 1922 debutta al Teatro Manzoni di Milano l’Enrico IV di Luigi Pirandello, con Ruberto Ruggeri, opera che viene considerata uno dei capolavori teatrali dello scrittore e drammaturgo italiano, insieme a Sei personaggi in cerca di autore.
Esattamente cento anni dopo, il 22 febbraio 2022, ritorna proprio al Teatro Manzoni l’Enrico IV, interpretato da Eros Pagni.
Un uomo, del quale non si conosce il nome, durante una cavalcata in costume cade e, una volta rinvenuto, crede di essere davvero il personaggio che stava impersonando, Enrico IV e si comporta proprio come lui. E anche quando rinsavisce, decide di continuare la sua recita perché vive in un mondo che non lo soddisfa più.
L’intera opera teatrale esplora un tema molto caro a Pirandello, quello della pazzia e della crisi dell’Io. Il protagonista non ha volutamente un nome, perché la sua identità si fonde con quella di Enrico IV. Dunque, quando inizia e quando finisce la persona reale? Quando incomincia la pazzia vera e propria? E quando, invece, si ritorna ad essere sé stessi? Il finto Enrico IV sì impazzisce, ma la sua pazzia è un modo anche per scappare e difendersi dalla realtà circostante, per vivere libero.
Gli altri, seppur non folli, indossano a loro volta una maschera, vivendo una vita non veritiera.
Enrico IV si rivela essere un personaggio complesso da interpretare, a metà tra la pazzia e la lucidità mentale, ed Eros Pagni lo interpreta magistralmente. Il pubblico in sala resta incantato dalla bravura dell’attore sul palco, che riesce a rendere concreta, reale, la follia del suo personaggio.
Nonostante la bellezza dello spettacolo, c’è un punto su cui vorrei soffermarmi. I costumi di scena, benché molto belli e adatti all’epoca in cui è ambientata l’opera, presentano in alcune occasioni elementi fin troppo luccicanti. Nei momenti in cui le luci sono più basse, il continuo luccichio può risultare a tratti fastidioso.
Ad ogni modo, nota di merito per il gioco di luci e le ombre e le musiche che si susseguono con diversi strumenti, che danno il giusto apporto alle scene, rendendole ancora più suggestive.
La scenografia si presenta molto semplice ma fa ben intendere il luogo in cui si svolge la storia: un fondale nero e pochissimi elementi che richiamano la sala del trono di Enrico IV. Peccato per la posizione dei due quadri esposti, e a cui si rifanno i personaggi all’inizio dello spettacolo, non visibili entrambi dai posti situati ai lati della sala.
Luca De Fusco con il suo Enrico IV riesce a dare il giusto merito all’opera pirandelliana, eliminando ciò che per lui è eccessivo nell’opera, composta originariamente da tre atti, e mantenendo ciò che è fondamentale per comprendere a fondo la pazzia di Enrico IV.
Pur essendo passati cento anni, Enrico IV è un personaggio considerato in qualche modo attuale, visto il periodo storico in cui stiamo vivendo.
Uno spettacolo da non perdere per gli amanti di Pirandello.
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