Recensione: "La pietra di Labastide" di Mariangela Cerrino - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

mercoledì 16 marzo 2022

Recensione: "La pietra di Labastide" di Mariangela Cerrino

 


La pietra di Labastide
di Mariangela Cerrino
Leone Editore
296 pagine | 14,90€ 

È il 1315. L’erudito preveggente Adémar de Cly viene convocato alla corte di Gael de Peryac, signore di Carcassonne, nel Sud della Francia. Il matrimonio previsto tra Aurélie, la figlia quindicenne di Gael, e il pupillo del re di Francia è in pericolo. La sposa ha rifiutato il fidanzamento e si è rifugiata nel monastero di Labastide insieme a Blandine, la sua dama di compagnia. Inoltre, benché sia vergine, la ragazza risulta essere incinta. Come se non bastasse, il monastero in cui si trova Aurélie è attaccato da alcuni mercenari, che portano via la pietra della Madonna Nera, un’antichissima reliquia custodita a Labastide. Il furto rappresenta una grave minaccia per Carcassonne: una leggenda ne profetizza la rovina, qualora la pietra venisse separata dalla Vergine. Adémar, adesso, ha solo undici giorni per ritrovare il manufatto e risolvere la questione del matrimonio di Aurélie. Ad accompagnarlo sarà Julien, giovane cavaliere dal passato oscuro, che Adémar ha salvato da un agguato. Se i due non riusciranno nell’impresa, interverrà Alban de Uzès, rappresentante degli interessi regali. Inizia così un’avventura nel Sud della Francia, nelle terre catare, mentre Adémar dovrà imparare a distinguere i veri alleati da coloro che lo sembrano soltanto.




«Dunque è vero» mormorò. «La pietra è sparita.» «Sì.» «Gli Angeli della Morte verranno da Béziers e Carcassone sarà distrutta.» «È questo che dice la leggenda?» «Questa non è una leggenda.» 

Ritornano le avventure di Adémar de Cly, un medico erudito dotato di un dono prezioso: può vedere ciò che succederà. Siamo nel 1315, alla corte di Gael de Peryac, signore di Carcassonne, nel sud della Francia. Adémar viene chiamato perché deve svolgere un compito in previsione delle nozze tra la figlia di Gael, Aurélie, e il favorito del re di Francia. C’è un ostacolo però nello svolgimento di questo matrimonio: Aurélie è incinta ma anche vergine. Adémar riuscirà quasi subito a chiarire questo equivoco, ma dovrà anche occuparsi di un fatto ancor più tragico. La statua della Madonna Nera di Labastide viene profanata e la pietra nera a essa legata portata via. La sparizione di questa pietra vuol dire solo una cosa per il paese, eventi funesti e la rovina. E iniziano ad esserci anche morti misteriosi che fanno pensare che la maledizione sia in atto… ad aggiungersi a tutto ciò, c'è il matrimonio che risulta essere un affare complicato, perché Aurélie, anche condizionata da chi l’ha cresciuta, non ha intenzione di essere corrotta e perdere così la sua purezza. Inoltre, c'è anche chi è contrario a questa unione perché vorrebbe dire un rinnovo della sudditanza al re di Francia e chi, invece, vorrebbe prendere il posto di Gael. 
Per Adémar inizia dunque una corsa contro il tempo per ritrovare la pietra e risolvere i problemi che girano intorno alla corte di Gael de Peryac, destreggiandosi tra veri e falsi amici, tra chi lo vuole aiutare davvero e chi invece lo vorrebbe morto. 

Mariangela Cerrino, così come in Morte di una strega, stupisce per le accurate e dettagliate descrizioni, sia di luoghi che di persone, e ciò rende i fatti narrati e i personaggi ancora più reali. Il ritmo è incalzante e durante la lettura l’attenzione è sempre alta. 
Gli avvenimenti si succedono tra di loro in modo frenetico, e i continui dialoghi alternati alle descrizioni rendono la lettura scorrevole. Sin dalle prime pagine si viene subito catapultati nella nuova avventura che coinvolge Adémar, con un rocambolesco incontro in una locanda e una frase profetica a lui rivolta da un servo di un medico, che può vedere il futuro: “Ti è nemico e ti salverà la vita”. 
 Capitolo dopo capitolo, la storia si fa sempre più coinvolgente e il lettore vorrebbe scoprire subito quali segreti si nascondono, ma le incognite sono sempre di più. 

Forte la caratterizzazione dei personaggi, che sono molteplici, soprattutto  quella del protagonista. Adémar si conferma un uomo saggio e determinato, attento sempre a guardarsi le spalle. Il passato torna a bussare ogni tanto, il ricordo della moglie e del figlio uccisi non può sparire e tantomeno quello di Isaline, la cosiddetta strega incontrata nel primo libro. La sua presenza è ancora così forte che Adémar la sogna di continuo.
Il medico, infatti, soffre ancora molto per quanto ha vissuto, ma trova sempre il modo di andare avanti e aiutare il prossimo. La sua arma tagliente resta l’uso sapiente della parola.
Altro personaggio per il quale si prova una certa simpatia è Aurélie, una ragazza vittima dei giochi politici. Il suo destino è stato segnato sin da quando era piccola, ma lei vuole ribellarsi. Può apparire debole e spaventata inizialmente, ma tira fuori un gran coraggio ribellandosi a ciò che gli è stato imposto e trovando poi la sua strada, pur andando contro il volere del padre.

Mariangela Cerrino si contraddistingue ancora una volta per la rigorosa ricostruzione storica. Regala ai suoi lettori un altro spaccato del XIV secolo, senza appesantire troppo l'argomento. Dà le giuste nozioni storiche che rende la storia ancora più accattivante, potendo inserire i personaggi, seppur inventati, in un determinato periodo. Ci trasporta in un’epoca fatta di caccia agli eretici, di cristiani e anche di catari, di leggende e credenze popolari a cui sono fortemente ancorati i popoli di allora. 
Ma anche fatta di giochi politici e segreti di corte, che non mancano neanche in questo secondo libro. Il breve glossario alla fine aiuta anche a capire termini, luoghi e personaggi che non tutti conoscono. 

Con la pietra di Labastide, Mariangela Cerrino si conferma ancora una volta una scrittrice capace di dare vita a trame ben strutture, intrecciando sapientemente storia e avventura. 

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